Snellire il Make to stock: verso una logistica Lean

snellire il make to stock

Il Make to stock è uno dei possibili metodi di approvvigionamento logistico, ancora ampiamente utilizzato in molti settori industriali. La “produzione per il magazzino” ha infatti diversi vantaggi, ma come abbiamo visto, non è adatta a tutti i settori industriali.

Se gli articoli di largo consumo, i beni industriali e gli elettrodomestici possono ricavare ampi vantaggi da questo metodo, in caso di domanda variabile o incerta, o prodotti con cicli di vita piuttosto brevi, non è sicuramente la strategia migliore.

Modelli alternativi al Make to Stock (MTS)

Negli ultimi anni sono emersi nuovi metodi di approvvigionamento per far fronte a una domanda sempre più incerta e variabile. Le esigenze delle aziende sono infatti passate dall’assicurarsi adeguate scorte di prodotto a magazzino alla necessità di ridurre lo stock, mantenendo al contempo la capacità di soddisfare la domanda dei clienti.

Ciò può essere ottenuto attraverso un’evoluzione dei modelli verso approcci più lean, come il Make to Order (MTO) o il Just In Time (JIT).

·        Make to Order (MTO)

Nel modello Make to Order, la produzione inizia solo al momento di ricezione di un ordine specifico, così da poter garantire al cliente finale un prodotto flessibile e altamente personalizzato. Questo metodo, dunque, è funzionale per tutti quei settori a domanda altamente variabile e difficile da prevedere, o in cui i prodotti sono altamente personalizzati come i macchinari industriali, la moda di lusso e su misura, il settore edile o aziende di nicchia, che producono piccoli volumi o pezzi unici.

Questo approccio riduce la necessità di mantenere grandi volumi di scorte, con la conseguente riduzione dei costi di stoccaggio e del rischio di obsolescenza, ma richiede una grande efficienza nei processi produttivi. I tempi di consegna, infatti, sono più lunghi rispetto al Make to Stock (poiché il prodotto viene costruito da zero con un altissimo livello di personalizzazione), e ogni ritardo negli approvvigionamenti o nelle attività operative si ripercuote infatti su tutta la catena logistica.

·        Just in Time (JIT)

Il Just in Time è un’altra filosofia produttiva che mira a minimizzare le scorte per prodotti dall’elevato grado di standardizzazione (non più, quindi, come nel caso del MTO, per prodotti personalizzati). Con il JIT, infatti, si produce solo ciò che è necessario nel momento in cui è richiesto, lavorando in stretto coordinamento con i fornitori, per garantire che i materiali di produzione arrivino esattamente quando servono.

I vantaggi sono evidenti, dalla riduzione delle scorte e dei conseguenti costi di stoccaggio (e del rischio di obsolescenza), a una maggior efficienza operativa che riduce gli sprechi e migliora la gestione del capitale circolante. Anche gli svantaggi, tuttavia, non sono indifferenti, tra tutti la dipendenza dall’affidabilità dei fornitori e un maggior rischio di interruzioni in caso di imprevisti.

Per questi motivi, visto l’elevato grado di sincronizzazione, il metodo JIT è consigliabile per settori in cui la domanda ha ancora un certo grado di prevedibilità, come l’industria automobilistica, il settore alimentare, la moda standardizzata e l’elettronica di consumo.

Come passare dal MTS al MTO o JIT

La transizione da un modello Make to Stock a un modello Make to Order o Just in Time richiede una pianificazione accurata e l’implementazione di tecnologie e processi adeguati a step:

  1. Analisi dei dati di vendita: le aziende devono iniziare con una valutazione approfondita dei dati di vendita per identificare prodotti con una domanda costante (che possono ancora beneficiare del MTS), e quelli con una domanda più variabile, che potrebbero essere meglio gestiti con il MTO o il JIT (se presenti, per esempio, un elevato numero di referenze).
  2. Collaborazione con i fornitori: è essenziale costruire a monte relazioni strette con i fornitori, per garantire che le materie prime siano disponibili in tempi rapidi (e che possano sostenere le dinamiche soprattutto del modello JIT).
  3. Automazione e integrazione: digitalizzare la supply chain attraverso soluzioni di automazione e sistemi di gestione avanzata, come i WMS e i software di produzione, facilita la transizione verso un modello più flessibile e riduce i rischi legati alla gestione delle scorte.

Il Make to Stock rimane quindi una strategia efficace per molte aziende, soprattutto in settori con domanda prevedibile e cicli di vita lunghi. Tuttavia, per ottimizzare la catena logistica in base alle variazioni della domanda, potrebbe essere necessario considerare l’adozione di modelli più flessibili come il Make to Order o il Just in Time.

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